È l’album monografico che raccoglie tre quartetti, e tre marce, scritti dal compositore Filippo Trajetta (1777-1854), figlio del celebre operista bitontino Tommaso Traetta dopo essersi trasferito negli Stati Uniti agli inizi dell’Ottocento. Si tratta di composizioni di grande importanza storica, oltre che dalla incredibile bellezza, che tornano a brillare di una luce nuova grazie al lavoro del quartetto d’archi pugliese.
Trasferitosi a Napoli per continuare con gli studi di armonia e contrappunto con Fedele Fenaroli e fare apprendistato con il celebre Niccolò Piccinni, Filippo fu coinvolto nei moti rivoluzionari del 1799 contro il re Ferdinando IV di Napoli; fu arrestato per essere l’autore di diversi inni patriottici per i quali venne rinchiuso nei sotterranei di Castel dell’Ovo.
Dopo una rocambolesca fuga, riuscì a salire a bordo del vascello Mount Vernon diretto in America, dove sbarcò il 3 luglio del 1800. Si stabilì dapprima a Boston, dove, assieme ai colleghi musicisti François Mallet e Gottlieb Graupner, fondò l’American Conservatory e compose alcune delle sue prime opere, inclusa la “Washington’s Dead March” e i quartetti raccolti in questo album. Si trasferì poi a New York, dove vennero alla luce gli oratori e l’opera “The Venetian Maskers”, spesso citata come la prima opera composta negli Stati Uniti.

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