Giovanni Russo, musicista dal lungo ed articolato percorso musicale nel corso del quale ha pubblicato diversi album come solista (“Don pepp’ u pacce”, “Prima matina”) e composto musiche per documentari e pubblicità, oggi pubblica ALIVE. Nel titolo sono racchiuse le ispirazioni di questo nuovo disco con il quale l’artista pugliese fa ritorno a casa, alle sue origini e alla sua giovinezza. L’ulivo è, infatti, il simbolo che in cui si riflettono i suoi ricordi e nel suo profumo c’è l’abbraccio con cui lo accoglie la sua terra.

Composto da tredici brani in cui vengono evocati i suoni, i sapori, i colori e gli odori della Puglia, il disco rappresenta un ideale ponte tra presente, passato e futuro. Dal punto di vista musicale, questo lavoro vede Giovanni Russo alle prese con un suono dal tratto tipicamente world nel quale convergono tra incroci ed attraversamenti sonori, elementi di jazz, funky e pop. Fondamentali nella costruzione di un così vario coté sonoro è il folto gruppo di strumentisti che si alternano al fianco di Giovanni Russo nei vari brani: Livio Gianola (chitarra 8 corde), Teo Ciavarella (piano e synth), Flaviano Braga (fisarmonica e bandoneon), Umberto Sangiovanni (piano), Michele Carrabba (clarinetto basso), Mauro del Grosso (arciliuto), Michele Telera (contrabasso), Sergio Picucci (basso elettrico), Cesare Rizzi, Eugenio Ambrosino e Corrado Niglio (chitarre elettriche), Alfredo Ricciardi e Gennaro Calabrese (percussioni), Stefano Pesante (sax soprano e flauto), Antonio Cicoria (batteria) e le voci di Luana Croella, Annamaria Mirasole e Piernicola Dalla Zeta.

Sin dalle prime battute di “Dhauno”, brano che apre il disco con i suoi echi mediorientali, incontriamo storie di gente comune, frammenti di ricordi, storie e riflessioni sociali, il tutto impreziosito da un uso raffinatamente lirico del dialetto pugliese. Così, “Giostrantica” rimanda alle feste di paese ed all’infanzia felice, “Storie” propone una serie di personaggi e storie legati alla vita di un piccolo centro e “File” ci regala una perla del repertorio di Silvano Spadaccino. Si prosegue con il tema dell’emigrazione in “Acqua tersa” e l’acquerello sonoro di un paesaggio pugliese della title-track che ci accompagnano all’inno alla natura “Parla cu sole”. Non è tutto, perché a seguire arriva il canto dedicato alla natura “Prima matina” e la bella rilettura di “Sempre poveri” di Matteo Salvatore. “Arrivurè”, “Nind cagne” e la splendida ninna nanna “Aria” concludono un disco di rara bellezza, impreziosito dalle foto di Antonio Turi, che rende omaggio alla Puglia e alla sua gente, conservando intatta la fiaccola della tradizione.

Artisti / GIOVANNI RUSSO

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