Entrare in contatto con la produzione musicale di Paolo Messa implica inevitabilmente l’essere messi a parte non tanto del compositore quanto dell’uomo. La scrittura è per lui l’intuizione di un attimo, il fermo immagine di un ricordo, l’emozione di un ascolto, la suggestione di un testo. In un continuo di rimandi ad elementi extramusicali, Messa matura in suono la propria esperienza quotidiana di uomo tra gli uomini. Non che una scrupolosa ricerca tecnica introspettiva o la produzione solistica siano meno apprezzabili ma lui è così: non compone per se stesso, né per un qualche riconoscimento accademico, bensì ha chiara la missione dell’essere per gli altri.

Questa produzione discografica non raccoglie solo un’antologia del suo lavoro; se da un lato segna l’alba del suo percorso compositivo, dall’altro conserva l’esperienza di un intero giorno fatto di incontri tanto preziosi da diventare materia metafisica durante la notte. Ecco il perché di EOS – Antologia condivisa. Nel suo disco d’esordio, Paolo Messa ha voluto con sé gli amici di sempre, i colleghi più stimati, gli allievi cui pazientemente dedica il proprio lavoro di didatta.