In una lettera di Mauro Giuliani spedita da Napoli il 16 gennaio 1824 agli editori vien- nesi Cappi e Diabelli – lettera carica di de- lusione e risentimento per i maltrattamenti economici subiti – possiamo leggere que- ste indignate e amare parole: «In risposta della ridicola V.ra del 19 Nove. 1823 […] non mi degno di rispondere d’accomoda- mento alle V.re offerte […]. Mi fa stupire il Sig. Diabelli, qual Compositore, o per meglio dire traduttore del bello, a spese di chi lo compra, non avrebbe dovuto mai per- mettere al suo socio di avvilire la professio- ne così perfidamente».
Espressioni pesanti come macigni dalle quali, quasi per caso, balza fuori in maniera imprevedibile un colpo d’ala di pensiero, una vetta poetica nonché una perla filosofica che lascia commossi e colpiti: le parole di Giuliani – quasi involontarie e buttate lì per caso – con le quali esprime il concetto di «compositore, o per meglio dire traduttore del bello» proiettano il flash inaspettato di un artista sensibile e intelligentissimo. L’immagine è quanto di più affascinante
e icastico vi possa essere: il compositore definito come colui che intuisce, capta nell’aria e traduce in suoni la bellezza nella sua più pura entità, lascia senza parole per la sua meravigliosa poesia. Il musicista pugliese aveva queste intuizioni folgoranti (nelle parole, che non erano certo il suo forte, figurarsi nella musica!), intuizioni che lo hanno consegnato alla posterità come il più importante chitarrista-compositore dell’Ottocento ma, soprattutto, come un grande artista. Ricordiamo infatti che Mauro Giuliani (Bisceglie, 27 luglio 1781 – Napoli, 8 maggio 1829) è stato il personaggio che più di tutti ha segnato la storia della chitarra.

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Artisti / MADDONNI-DI LIDDO

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