Cos’è il tempo? La domanda giusta è: chi è il tempo?
Perché il tempo, forse, siamo noi, le nostre vite. Il tempo è la stessa sostanza dell’universo, nasce, vive, morirà con lui. Il tempo è tutto. È movimento, scorrimento, impermanenza, cambiamento.
Il tempo è quello di una storia che si riverbera tra le luci di una metropoli, quello di una sigaretta che si spegne sull’asfalto, il tempo funky di Smoking Town. È quello incantato di un vibrafono che si muove lento in una notte carica di sogni, come il cuore di una figlia, quello intimo di una ninnananna, il tempo di Lullaby’s blue. È quello di una terra lontana di là dall’Atlantico, dei passi in una milonga di Buenos Aires, dei respiri di una donna appassionata, quello del Tango de Amelia. È il tempo di una notte d’inverno quando tutto cominciò, dei fumi di un bistrot che non esiste più, di un valzer che incontra il suo destino, di un amore che è Anima del Tempo. È quello dell’acqua e di un cuore di pietra, di luna piena e piedi scalzi che s’inzuppano d’aria, di una tammorra battuta, è il tempo di Acqua tarantolata. È quello della ricerca, di un’ape per il suo fiore, dell’acqua per il deserto, di ogni canto del mondo, il tempo di
Te buscaré. È quello di uno swing, di un gioco, di un regalo respinto, di un contrabbasso che danza in quattro sulle note sincopate de Lo Strass. È quello della consapevolezza, di corpi nudi che anelano giustizia, di Gaia che cerca solo amore, del “qui ed ora”, di Questo è il tempo. È il tempo di un gatto, delle sue fusa, dei tramonti e delle stelle, di un profumo che riaffiora, del canto leggero di una bossa, quello de Occhi degli Dei.

Il tempo è quello che ci appartiene, che passa in fretta, che vorremmo non finisse mai, quello dei rimorsi e dei rimpianti, della nostalgia e della speranza, è il tempo condiviso per scoprire una melagrana, contare i suoi arilli come grani di sabbia dispersi in una clessidra chiamata Musica.