Le cinque marce contenute in questa incisione discografica ci offrono un saggio di quanto le marce funebri siano un tassello importante della lezione classica proveniente da Napoli (capitale della musica tra Settecento e Ottocento) a cui si affiancano i modelli dettati dagli operisti italiani propriamente ottocenteschi, pre e post unitari.
Francesco Peruzzi dà il suo più prezioso contributo riducendo in forma di marcia funebre alcuni dei temi del Simon Boccanegra di Giuseppe Verdi e alcune delle arie tratte dalle Sequenza e dal Libera me Domine della Solenne Messa da Requiem composta da suo padre Giuseppe (1837-1918) nel 1869 ed eseguita per la prima volta nel 1872 per la celebrazione dei funerali di alcuni giovani molfettesi morti durante l’eruzione del Vesuvio verificatasi in quello stesso anno; la marcia ridotta dalla Messa da Requiem prenderà il nome di Patetica.
La marcia funebre Triste tramonto del bitontino Angelo Luiso (1886-1965) e Senza nome del molfettese Vito Lucivero (1918-1984) s’innestano nella tradizione del modello offerto da Valente dal punto di visto della struttura formale e dell’impianto armonico; tuttavia, essendo state composte nel XX secolo, risentono dell’influenza del mutato linguaggio del melodramma italiano dovuto, in modo particolare, al contributo degli operisti veristi. Della Marcia funebre di Palmieri non si hanno notizie certe.