I suoni della banda sono indubbiamente parte integrante e imprescindibile di quei riti, sacri e profani, che caratterizzato le feste patronali del meridione e della Puglia in particolare perché ne offrono il commento musicale più spontaneo e immediato. Esse svolgono un duplice compito: traducono in musicali affetti quanto si sta compiendo e reinterpretano con vena melodica fluida e soltanto apparentemente scontata l’antica lezione della scuola musicale napoletana; quel magistero musicale, esemplarmente traghettato nell’Ottocento da Fedele Fenaroli (1730-1818), Niccolò Zingarelli (1752-1837) e dall’altamurano Saverio Mercadante (1795-1870), si esprime nelle marce in modo immediato ed efficace attraverso le idee musicali di compositori fasanesi e non, che tra Ottocento e Novecento formarono il repertorio delle marce integrandolo con prestiti e riduzioni da melodrammi. Quest’ultimo aspetto della riduzione dall’opera lirica dice, inoltre, quanto il melodramma fosse diffuso, sentito, apprezzato, reinterpretato ed eseguito in molteplici forme (spesso lontane dall’originale) in un tempo in cui era difficile fruirne (se non in teatro) a causa dell’assenza della diffusione discografica.
La pubblicazione di questo disco testimonia da una parte l’attaccamento appassionato alla tradizione e dall’altra l’intelligente e opportuna iniziativa di promozione del territorio e della sua straordinaria storia e cultura.